Durante l’intervista rilasciata a DAZN, Dusan Vlahovic, l’attaccante serbo non si è risparmiato parole di elogio per l’allenatore che lo ha fatto esplodere.
“Quando ero molto piccolo guardavo giocare Jovetic, nel Partizan e poi nella Fiorentina. Lui a 18 anni è diventato capitano del Partizan. Avevo in casa unamaglietta senza numero, da degli scontrini ho ricavato il suo numero 35 e l’ho attaccato. Non ho mai avuto la sua maglia vera. Italiano è uno dei motivi che mi ha spinto a restare a Firenze. Ho pensato subito ‘ragazzi con questo ci si diverte’. Mi piace molto lavorare con lui, ti corregge ad ogni minimo sbaglio, dà importanza alla concorrenza. Quando è arrabbiato mi chiama Dusan, altrimenti Dus. Quindi quasi sempre Dusan (ride, ndr). Mi dice ‘sotto canestro’ per farmi capire che devo proteggere il pallone, perché la Serbia è molto forte nel basket. Se sono matto? Si, ma in senso buono. Non sto mai fermo e sono sempre pronto a ridere. Arrogante? Solo sul campo perché non guardo in faccia a nessuno. Mbappè è un fuoriclasse, Haaland una macchina, è più veloce di me ma per il resto ce la giochiamo. Con Chiesa eravamo molto amici, è mostruoso, gli auguro il meglio. Se mi scrivono più ragazze o fantallenatori? Più fantallenatori, mi mettono pressione perché mi hanno pagato caro. Ma questo mi rende ancora più forte. Non ho mai pensato di non farcela col calcio, mia madre mi ha fatto iscrivere a medicina, ma poi ci hanno consigliato di lasciare perché non c’ero mai per via degli allenamenti. Così ho continuato in una scuola privata. Promesse? Non scriverò mai su un foglio 25 reti. Però devo ringraziare Prandelli che mi ha tirato fuori dalla …. non si può dire quella parola. Mio papà dice che forse neanche lui avrebeb fatto per me quello che ha fatto Prandelli. E poi Ribery che è come un fratello, abbiamo parlato tanto di come uscire da certe situazioni. A loro sarò grato per sempre.”