Nell’ottobre del 2020 è stato presentato il progetto definitivo, a febbraio 2021 posata la prima pietra. L’inaugurazione era prevista per agosto 2022 ma i tempi si sono allungati in maniera incredibile, per la rabbia del patron viola Rocco Commisso e del suo Fast Fast Fast che in Italia sembra non poter attecchire.
Si era parlato di uno slittamento ai primi mesi del 2023, poi a marzo, quindi l’estate. Ma la realtà è che ancora non c’è una data certa. Tutto doveva terminare nel giro di 18 mesi, Commisso è uomo abituato a rispettare i termini, ma forse non aveva fatot i conti con le tempistiche italiane e con quelle oggettive scaturite anche dalla guerra in Ucraina.
L’acciaio scelto proviene da Mariupol e questo, oltre ai ritardi, ha causato un vertiginoso aumento del costo per la realizzazione del centro. Dai 60 milioni previsti si è arrivati in un batter di ciglio a oltre 110 milioni, ma la cifra è destinata a salire ancora. Tanto che il Viola Park arriverà a costare più del doppio della cifra inizialmente stanziata.
Il patron è infastidito anche dall’organizzazione del lavoro da parte delle ditte che hanno vinto gli appalti, mentre non si registra al momento nessuna tensione nè con l’architetto Casamonti nè col costruttore Nigro.
La Fiorentina, che aveva progettato di effettuare il primo storico ritiro estivo proprio nella nuova super tecnologica struttura, dovrà rivedere i propri piani, dopo aver chiuso i rapporti con Moena. Si prospetta la possibilità di tornare sull’Amiata, rinunciando a tutte quelle iniziative che si stavano approntando per portare tanti tifosi al Viola Park. Anche il sindaco di Bagno a Ripoli, Casini, ha chiesto garanzie in tal senso.
Garanziem che nessuno in Fiorentina, al momento, è in grado di fornire.