E’ sato certamente un fulmine a ciel sereno ma, a pensarci bene, i segnali c’erano tutti.

La notizia sta facendo il giro del web, Cesare Prandelli si è improvvisamente dimesso dalla panchina della Fiorentina.

Dopo la partita (vinta) contro il Benevento Cesare si era detto “stanco“, addirittura “svuotato“. E quello doveva già apparirci come un segnale d’allarme.

Prandelli ha preso in mano la squadra subentrando a Beppe Iachini, presentandosi come un “cuore viola” con tanta voglia di riportare in alto la Fiorentina.

Le cose non sono andate come forse avrebbe sperato, la Fiorentina ha continuato a soffrire in campionato e tutt’oggi non è ancora salva. Certo, le difficoltà per il tecnico ci sono state e non poche.

Non ultimo il duro confronto con Sofyan Amrabat, il giocatore voluto dal presidente Commisso. Uno “scontro” definito pesante dopo la partita col Benevento che, di fatto, ha incrinato i rapporti tra tecnico e giocatore. Tanto che, anche a causa di un infortunio alla schiena, Amrabat non ha più visto il campo.

Cesare ha certamente somatizzato tantissimo, forse troppo, la situazione in casa viola. In una squadra e una società che lui ama profondamente, definendola spesso la sua “seconda casa”.
Dopo l’ultima partita contro il Milan, Prandelli non si è presentato ai microfoni. Ufficialmente si è detto troppo stanco e provato da un leggero malessere.

A questo punto ci rendiamo conto che quel “leggero malessere” celava qualcosa di più grande.

Anche la stampa fiorentina non è stata “morbida” col mister di Orzinuovi e forse è stato un ulteriore tassello per portare Prandelli a questa decisione.

Aspettiamo le parole di Prandelli per provare a capirci qualcosa di più. Ma le sensazioni non sono buone. I tifosi sono gustamente preoccupati. Non tanto per il ritorno di Beppe Iachini, quanto per una gestione della società viola che, anche alla luce di quello che sta succedendo con il tecnico che più di tutti ha vinto con la maglia viola, mette paura per il presente e per il futuro.

Perchè in mezzo a tutto questo, è bene ricordarlo, c’è ancora una Fiorentina da salvare.

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