A margine della conferenza stampa di Arthur Cabral, arrivano anche le domande per il ds viola Daniele Pradè, alcune anche molto “scottanti”.
La reazione del gruppo e di Italiano alle parole di Commisso e il dolore per i tifosi viola per la partenza di Vlahovic?
Il gruppo è unitissimo, è consapevole che è forte e che non dipende da un solo giocatore. Oggi il nostro capitano ha parlato a lungo col presidente Commisso, la squadra si sente unita e su questo sono serenissimo. Il mister è bravo e intelligente e sapeva benissimo la situazione di Vlahovic, era impossibile a livello societario poter dire di no. L’amarezza dei tifosi siamo i primi a capirla, purtroppo ci sono situazioni che passano sopra a tutti noi. Oggi le società sono vicine a essere prigioniere di agenti e calciatori. Era un’operazione che in base alle entrate economiche della nostra società non potevanmo dire di no., Su Vlahovic non mi sento di prolungarmi, le parole del presidente mi sembra siano state sufficienti e io non mi sento di parlarci sopra.
Quanto la Fiorentina è stata vicina a Julian Alvarez e Agustin Alvarez?
Ti rispondo in maniera molto trasparente, Julian Alvarez ci piaceva ed era molto forte, ma dopo aver preso Piatek e avendo ancora Vlahovic non avrebbe avuto senso andare ad aggredire la trattativa. Quando Vlahovic è partito oramai era troppo tardi, era già del City. Agustin ci piace ma il Penarol lo valuta una cifra che per noi pare eccessiva.
Rassicurare la tifoseria sui prossimi passi di Commisso?
Certamente non posso commentare i pensieri del nostro presidente, l’ho sentita anche io l’intervista e sono preoccupato. E’ un uomo che ci mette tutto, passione, entusiasmo e soldi. Capisco la sua delusione conoscendolo come persona. Oggi è troppo presto per dire quali siano i tuoi sentimenti. Ci metteremo tutto per ridargli energia ed entusiasmo. Speriamo di recuperare i tifosi col nostro lavoro e la nostra lealtà, cercando di vincere più partite possibili.
In pericolo l’obbiettivo tecnico con questa cessione e davanti ad un bivio tra obbiettivo tecnico ed economico prevarrà sempre il secondo?
La risposta è semplice, per raggiungere obbiettivi tecnici non possiamo basarci solo su un giocatore, lo ha dimostrato subito il mercato di gennaio. Abbiamo chiuso un acquisto il 23 dicembre di 16 milioni di euro senza la cessione d di Vlahovic. Il 4 gennaio abbiamo portato Piatek, venduto Vlahovic abbiamo subito investito su Cabral. Non vogliamo perdere assoltuamente la nostra ambizione sportiva. Il caso Vlahovic è un caso singolo ma fa parte del calcio moderno, speriamo che possa cambiare questo tipo di situazione. Ho sentito dire tante volte che con la cessione di Chiesa e di Vlahovic Commisso si è ripagato la società. Vi faccio capire qualcosa del mio lavoro. E’ verissimo che abbiamo incassato tanti soldi, ma tutto parte da lontano. Chiesa era un bambino arrivato quando facevo il ds e la società è stata bravissima a valorizzarlo con Paulo Sousa. Prima la vecchia dirigenza e poi noi. Chiesa ha portato 60 milioni di euro. Poi Vlahovici. Complimenti a chi lo ha comprato ma noi abbiamo dato tanto per la crescita di Vlahovic. Da Montella, a Iachini a Prandelli, sapevamo che era il calciatore su cui dovevamo puntare. Ha avuto difficoltà ma ci abbiamo creduto. Perciò siamo stati bravi anche noi. In questi anni abbiamo venduto quasi 50 calciatori. Abbiamo ancora commissioni che dobbiamo pagare. Quelli sono stati costi, tanti. Io faccio il mio lavoro con grande trasparenza, ma quando sono andato via anche io ho lasciato giocatori come Kalinic, Alonso e tanti altri. Abbiamo una proprietà molto forte, spetta a noi tenerla viva ed entusiasta, con voglia di investire. Questo sarà il mio lavoro futuro.
La Fiorentina si è rafforzata o indebolita in questo mercato? Si possono ancora puntare gli stessi targuardi?
Penso siamo una squadra completa, di Vlahovic abbiamo detto, Benassi voleva giocare come Pulgar, li abbiamo accontentati. Siamo una squadrra che si sente forte, non abbiamo mai detto il nostro obbietttivo. All’inizio dell’anno non ci avrebbe creduto nessuno, noi cercavamo identità, questo abbaimo detto dall’inizio. Ci vogliamo giocare partita per partita. Siamo una società che lavora tanto e che si farà trovare pronta.
Blindare Italiano per un progetto a lungo termine?
A noi piace il discorso di un perscorso lungo, noi con l’allenatore condividiamo tutto, c’è feeling. Non abbiamo mai affrontato il discorso perché è un contratto fatto solo 6 mesi fa, oggi mi semrba prematuro dare una risposta, posso solo dire che noi siamo contenti di Italiano, vorremmo fare un percorso insieme ma le cose si fanno in due. Lo abbiamo voluto fortissimamente. Abbiamo pagato per averlo.