Mercato viola: ecco come la penso io.

In queste ultime ore ovunque giriamo sul web ci sono personaggi che danno i numeri al mercato viola.

Io, quest’anno, hoscelto di non farlo. O meglio, di farlo partendo da un presuppoto molto semplice, quindi dalle parole di chi, con questa squadra, ci sta lavorando ormai da circa due mesi: mister Vincenzo Italiano.

Che, in tempi non sospetti, ha affermato: “Mercato? Abbiamo sostituito, non aggiunto“. Ecco, niente di più semplice. Come a dire che, a livello tecnico, la squadra è pari pari quella dello scorso anno. O meglio, non abbiamo comunque aggiunto nulla dal punto di vista qualitativo.

Abbiamo sostituito, dice Italiano. Vlahovic è stato sostituito con Jovic o con Cabral? Ci sarebbe da capirlo, magari con la somma di entrambi che, al momento, purtroppo non fa neanche la metà di Vlahovic. Siamo fiduciosi che Cabral torni ad essere quello ammirato a Basilea e che la scommessa Jovic sia vinta, altrimenti son dolori, perché il problema principale di questa squadra è proprio, manco a dirlo, il gol. E nel calcio, per vincere le partite, dice tocchi segnare.

Abbiamo sostituito Torreira con Amrabat, quindi un giocatore non venuto dal mercato ma che già avevamo in casa. Semmai gli abbiamo affiancato un Mandragora che poco non è anche se, a detta dello stesso Italiano, sarebbe stato lui stesso proponibile anche come esterno. Se non fosse che oggi il quinto esterno è Kouamè, un giocatore che doveva essere un esubero e che sta diventando se non la prima scelta (c’è sempre Sottil che, al momento, sta dando garanzie di buon rendimento oltre a Nico Gonzalez che dovrebbe quest’anno far vedere davvero di che pasta sia fatto) almeno la terza, avendo superato per efficienza in campo l’oggetto misterioso Ikonè. Saponara, non ce ne voglia, al momento appare più come un ex giocatore, sperando sia solo una cattiva condizione fisica momentanea.

Quindi abbiamo sostituito, questo sì, Odriozola con Dodò. E in questo caso il cambio dovrebbe essere altamente premiante per la Fiorentina. Cosa che ancora non abbiamo visto ma che siamo fiduciosi di poter presto vedere, se a detta di mezza Europa questo ragazzo è un tale prodigio. Per il momento abbiamo visto sostituire (a Udine) un mesto Venuti con Benassi (a proposito di misteri tattici) invece che con Dodò. Ma questa potrebbe essere un’altra storia.

Una storia che ci porta, forse, al punto cardine della vicenda e che affronteremo tra poco. Dopo aver ricordato che sono arrivati anche un buon portiere come Gollini a sostituire un Dragowski che a Firenze non aveva più la fiducia di nessuno e un signor centrocampista come Baràk. Che a Verona, nell’ultima stagione, ha fatto faville in termini di gol e di assist, ma che a Firenze gioca attualmente nella sua posizione meno consona (destra e sinistra, nel calcio, possono fare molta differenza).

Ma veniamo al capitolo principale, che ha un nome e cognome: Vincenzo Italiano. Ah, a proposito, giusto per non tralasciare niente. Dei 90 milioni di attivo della Fiorentina alla fine di questo mercato (arrivati dalle imponenti cessioni di Vlahovic e Chiesa degli anni passati) a me importa il giusto. Non sono soldi miei, a me basta che quello che hanno speso lo abbiano speso bene. Se poi hanno ottenuto tanto spendendo nulla meglio per loro. Io, da tifoso, giudico i risultati. Se arrivano alla fine applaudo, se non arrivano alla fine fischio. Amen.

Vincenzo Italiano, dicevo. A mio avviso il vero “ago della bilancia” di questa stagione. Lo scorso anno ci ha fatto vedere quanto è bravo a far di necessità virtù, prendendo una squadra di “raccattati” a detta di tutti (ma c’era ancora Vlahovic…) e riportandola in Europa dopo 5 anni. Mica poco. Applausi.

Poi è arrivata la manfrina del rinnovo, con la richiesta del doppio dello stipendio (vera o presunta) parzialmente accontentata. E Italiano, che ha detto di non aver mai pensato di lasciare la Fiorentina, è di nuovo l’allenatore viola. O lo è sempre stato, come preferite voi.

Il condottiero viola più venticinque, anzi ventotto considerando l’intera rosa viola, giocatori titolari. Proprio così. Una cosa che non si era mai sentita nella storia del calcio. Perché va bene “tenere tutti a bordo”, va bene motivare anche l’ultima ruota del carro, ma da qui a cambaire 9/11 di squadra ad ogni partita ce ne passa.

Perché il gioco del calcio alla fine è piuttosto semplice, bisogna possibilmente giocare meglio dell’avversario e fare un gol in più per vincere. Quello che abbiamo visto nelle prime 4 giornate non è esattamente questo, abbiamo visto una squadra giocare male e non vincere, perchè nessuno la butta dentro. Se non per quell’infortunio di Radu allo scadere della partita con la Cremonese e per la partita di andata col Twente quando in campo, nel primo tempo, c’erano undici ragazzini un po’ troppo spaventati e in “gita scolastica” come hanno detto loro stessi.

Io ho una grande fiducia in Italiano, mi piace. Punto. Mi piace come vive di calcio, mi piace per il coraggio che ha trasferito alla Fiorentina l’anno scorso, mi piace per la ricerca spasmodica del possesso palla e del gioco. Ma con attenzione. Perché avere il 75% del possesso palla con la metà del tempo nella propria metà campo, non serve a una beata. E qui arrivano quelli che finora sono stati i limiti di un tecnico che può avere davanti una carriera stratosferica se impara ad essere meno presuntuoso sulle proprie convinzioni.

Il tiki taka del Barcellona ci piace, ma quando trovi squadre come l’Udinese che ti “mangia” sotto l’aspetto fisico e che ti ha dato già quattro pere pochi mesi fa, tu non puoi insistere con il tuo gioco di passagi in orizzontale dando il tempo alla loro difesa di difendere col numero massimo di giocatori. Non puoi presentarti in campo con 8/11 di giocatori diversi dalla partita precedente e con reparti che non avevano mai giocato insieme. Non puoi fare i primi cambi al 75° quando stai sotto dal 15° e togliendo Venuti per mettere … Benassi.

Ecco, non voglio dare un voto al mercato. Ma vorrei dare un bel 8 a Vincenzo Italiano a fine stagione, Magari pure un bel 10. Se avrà dimostrato di sapere imparare dai propri errori senza fare lo “spocchioso” in sala stampa per difendere l’indifendibile. E sarà riuscito, bontà sua, a farci ammirare perfino un Luca Ranieri come centrale in una difesa a quattro.

Chiudo facendo gli auguri a “Sasha” Kokorin che ha accettato la sua nuova avventura a Cipro dopo aver “meritatamente” guadagnato fior di milioni senza neanche sedersi in panchina. Quasi un record. Ma in questi casi, si sa, ci vuole anche un buon complice.

Quando Facundo Roncaglia

QFR

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