L’ultima di Amrabat, verso la Turchia. A testa alta, da Signore.

Diciamo la verità, non ci stava più così simpatico, il marocchino. Dopo quella voglia matta di lasciare Firenze, le parole arroganti del fratello, il desiderio di Barcellona mai diventato realtà. Una realtà che diventò invece la Premier, con lo United che lo prelevava in prestito a 10 milioni con diritto di riscatto a 20. Mica poco.

Una stagione horror (come del resto tutta la sua squadra) e le voci che dicevano che non sarebbe stato riscattato. Un po’ tutti ci abbiamo un po’goduto dai, diciamoci la verità, perchè il giocatore non aveva fatto proprio nulla per farsi volere bene dai tifosi viola.

Poi il ritorno a Firenze, si diceva non avrebbe più messo piede nemmeno al Viola Park. Le vacanze che si allungano, lo United che si volatilizza. Di colpo nessuno sembrava volesse più Amrabat. Quindi il ritorno in campo, la conversazione con Palladino, quel patto di rendersi disponibile fin quando non sarebbe arrivata l’offerta giusta. E per settimane nulla è arrivato, col marocchino che sembrava ora sempre più vicino ad una clamorosa permanenza.

Solo negli ultimi giorni è tornato a farsi vivo, con decisione, il Fenerbahce di Mourinho. All’inizio con offerte troppo lontane dalle richieste, ma con decisa marcia di avvicinamento. Fino alle ultime ore in cui la trattativa è diventata bollente. E la definizione in serata, sulla base di 2 milioni di prestito oneroso, 13 di obbligo di riscatto oltre a 3 di bonus.

Tutto lasciava presupporre che Sofyan avrebbe chiesto di essere messo fuori rosa, per non rischiare di farsi male, magari adducendo qualche “mal di pancia” alla Chiesa, allenandosi magari a parte alla Nico Gonzalez.

Invece no. Sofyan Amrabat, pur con l’accordo con i turchi praticamente in mano, si è reso ancora una volta disponibile per mister Palladino, ha giocato per 120 minuti contro il Puskas senza mai risparmiarsi. E a fine partite quel lungo abbraccio con il mister, che tutti hanno capito essere un abbraccio d’addio.

Ed ecco che d’improvviso l’antipatico marocchino torna a diventarci subito simpatico. In fondo, per conquistare i tifosi, non serve poi molto. Basta dimostrare di avere un cuore, una dignità e di portare rispetto alla propria gente fino all’ultimo secondo.

Tutte cose sconosciute a gentuccia come Montolivo, Bernardeschi, Vlahovic, Chiesa, Nico Gonzalez….

Vai Sofi, continuiamo a pensare che tu non sia quel fuoriclasse che credi o che ti vogliono far credere di essere. Ma resti un ottimo giocatore e ti auguriamo di trovare il tuo meglio.