Forse il titolo è un po’ duro, ma rende bene l’idea.
Perché la Fiorentina, e questo non ha niente a che fare con la storia recente perchè è proprio nel DNA di questa società, ha da sempre la capacità incredibile di rivitalizzare i giocatori in piena crisi esistenziale.
E’ successo oggi con Palacio, il quale è riuscito a mettere a segno addirittura una tripletta nella partita finita 3-3 col Bologna, dopo che non segnava in campionato da ben 29 partite (ultima rete messa a segno il 28 settembre 2020 nel 4-1 contro il Parma, prima e unica rete della stagione prima della tripletta odierna).
Ma questo è soltanto l’ultimo capitolo. Per ora.
Ed è il motivo per cui i tifosi viola tremano quando si trovano davanti una squadra con un giocatore in crisi, che non segna da troppo tempo. Perché immancabilmente riesce a rivitalizzarlo.
Lasciamo da parte il calssico “gol dell’ex”, che fa già più parte delle “regole non scritte” del calcio. Un po’ come il classico “gol sbagliato gol subito”. Perchè qui si va addirittura oltre.
E’ successo tantissime volte nella storia gigliata, soprattutto quella degli ultimi 30/40 anni, che la Viola sia riuscita a prendere gol da giocatori a digiuno da settimane, se non da mesi. Come se il “vedere viola” accendesse in queste “anime perse” una nuova energia, una nuova forza.
Sembra quasi una maledizione dalla quale non si riesce ad uscire. Tanto da essere diventata, anche nella memoria storica dei tifosi, una prerogativa intrinseca nel nostro DNA. Ormai si sa, è così. Neanche ci meravigliamo più.
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