Live la conferenza stampa del ds viola Daniele Pradè chge parlerà a conclusione del mercato.

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“Abbiamo aspettato la fine delle presentazioni dei giocatori per vederci e sentire le vostre domande. Abbiamo presentato 11 giocatori manca Valentini che sarà con noi a gennaio.”

La rivoluzione parte dalle finali perse? Cosa è successo con Nico dopo la Copa America?

La finale di Conference è stata la delusione più importante, una sconfitta così ti lascia cicatrici e per questo si è deciso di cambiare tutto. La Copa America ha inciso molto sulle testa di Nico, meno male avevo detto che per me rimaneva al 99% lasciando un margine, perchè la finale ha cambiato tutto e ha voluto fare nuove esperienze.

Ha parlato del rammarico di non aver saputo sostituire Vlahovic, ci siamo con Moise Kean adesso? Si può parlare di un filo coi bianconeri ormai?

Per quanto riguarda Kean lo speriamo, abbiamo condiviso tutte le scelte al 100% tra tutti. Speriamo che quella di Moise sia vinta. E’ stato il primo calciatore con Valentini che abbiamo preso. Filo diretto con la Juventus, assolutamente no, delle volte le dinamiche di mercato ti ci portano a lavorare, ma come con tutte le altre. Kean lo abbiamo seguito anche l’anno scorso, lo ha voluto fortemente il mister insieme a Goretti e con me e il presidente.

L’operazione più difficile e il giocatore che ha provato a portare

Forse la più difficile ma più che altro per la lunghezza dei tempi è stata quella di Gudmundsson perchè parte dal gennaio scorso ma le operazioni son tutte difficili e tutte facili, nel calcio sono complicate. Una settimana prima non esistono e poi ci sono. Il giocatore che volevamo è Victor Roque.

Soddisfatti del mercato?

Siamo partiti da una rivoluzione per cui i tempi sono diversi, ma avevamo tutto in testa. Il lunedì dopo la partita di Bergamo Vincenzo ci dice che non sarebbe rimasto, è arrivato subito Palladino e siamo poi andati sulle priorità, da Kean a Gudmundsson. C’era poi il punto interrogativo Amrabat, noi volevamo tenerlo e lui voleva restare, poi le situazioni nel calcio ti portano a cambiare idea, ha trovato una squadra che lo pagava di più. Il voto sul mercato poi lo darà il campo, noi stiamo a posto con la nostra coscienza, secondo le direttive di un presidente che abbiamo soddisfatto.

Margine di rischio sull’affare Gudmundsson? Clausole a tutela per le sue vicende? E’ stato seguito Baturina?

Mi sembra sia stato scritto che siamo tutelati al 100% su Gudmundsson anche se sappiamo che il giocatore non rischia nulla, se la sentenza esce prima del prossimo anno sappiamo come operare, se esce dopo col Genoa abbiamo un ottimo rapporto e rimetteremo nero su bianco. Siamo comunque tutelati su tutto, vicenda studiata con gli avvocati. Lui è sereno, Baturina ci piaceva molto, abbiamo fatto un’offerta ma il passaggio del turno di Champions ha fatto sì che il suo club facesse scelte diverse

Un vice Kean? E la scelta su Beltran?

L’idea di prendere un vice Kean c’era, ma poi lì davanti siamo in tanti e l’allenatore ha fatto scelte diverse, sia Kouamè che Beltran possono fare la prima o la seconda punta. Ci sono state offerte per Beltran che erano anche vantaggiose per lui ma non per noi, siamo sicuri ci possa dare ancora tanto

Sulla difesa

Cercavamo all’inizio un difensore in più, noi possiamo giocare sia a tre che a quattro per cui la difesa è a posto. Volevamo prendere Valentini subito ma non c’erano le condizioni per prenderlo. La cessione di Milenkovic è stata forte e dolorosa, lui ha cercato qualcosa di diverso. Alla fine abbiamo scelto di prendere Gosens invece di un difensore in più. Anche con lui la trattativa andava avanti da diversi giorni.

Cinque giocatori in prestito con riscatto, ci può dare indicazioni più precise? Perchè c’è da versare diversi soldi…

Quando si fa una scelta di mercato si sa poi quanto ci costa. Quando prendi calciatori giovani poi decidi se quel giocatore può essere un pilastro per il tuo futuro. Noi speriamo facciano una grandissima stagione, con obbligo over 30 c’è solo Gosens. Cataldi ha un diritto di riscatto, lui è un calciatore che il mister conosceva benissimo e ci serviva la sua leadership.

I numeri di questo mercato, chiuso in attivo o passivo?

Non ho i numeri precisi, ho letto che abbiamo avuto un grandissimo risparmio sui salari ma non è così, siamo pari anche tra cessioni e acquisti e prestiti ma poi c’è da sommare i diritti e obblighi dell’anno prossimo. E’ stato un mercato fatto con intelligenza, non ci è stato dato limite di spesa.

Offerte per Kayode?

Lui neanche lo sa se ci sono state, lu ne ha avute più di una. Ci abbiamo anche pensato a venderlo, ma il presidente no. Non avrebbe avuto senso, non lo avremmo neanche potuto spiegare bene dopo il Viola Park e tutti i discorsi sui giovani. Mai fatto una trattativa seria. Puntiamo tanto su Kayo. C’erano top club di Premier.

Cosa è successo nelle trattative fatte e se contento del lavoro dello scouting

Mangala lo voleva fortemente Goretti ma era stato pagato tanto del Lione, all’inizio non c’era apertura, quando ci hanno detto gli agenti che sarebbe partito ci abbiamo provato, c’era anche un accordo col ragazzo ma poi il Lione ha scelto di venderlo all’Everton. Per Tessmann non abbiamo trovato i numeri. Per lo scouting ti faccio il nome di Richardson, per cui abbiamo poi scelto lui. E’ importante condividere le scelte con loro.

Rifarebbe l’affermazione parlando di “ambizione”? E oggi è ambizioso per cosa?

Dò una risposta razionale. Trovami un club che non ti dice di avere ambizione. La nostra ambizione è stare lassù, nel cercare di essere felici che un calciatore come De Gea viene da te, vincere le partite, essere vincenti. L’obiettivo finale? Non te la posso dare questa risposta, un ds deve arrivare più in alto possibile. Ma vincere non lo può garantire nessuno. Noi andiamo ovunque per vincere, mi mette paura il fatto che avevamo il grande vantaggio di giocare su un terreno come il Franchi che tutti temevano, ma oggi i giocatori lo vedono in maniera diversa e questo non mi dà la stessa spinta. Questo un po’ mi mette ansia.

Si aspettava una rivoluzione così grande? Pensato di vendere Parisi?

Siamo partiti proprio da quel punto dopo la sconfitta di Atene. Quella sconfitta ha portato al cambio dell’allenatore e al cambio della squadra. Parisi non abbiamo mai pensato di cederlo, deve fare il suo percorso di crescita.

Non convincono le tempistiche del centrocampo, come è andata la cessione di Amrabat? C’è stata difficoltà?

Amrabat lo ringraziamo per quello che ha fatto, aveva già trovato l’accordo definitivo e ha giocato dando il 100% con noi rischiando pure di farsi male, un professionista serio. Noi abbiamo capito le sue motivazioni e lo abbiamo lasciato andare.

La seconda rivoluzione alla Fiorentina, la prima volta andò molto bene. Oggi che sensazioni ha?

Da quando abbiamo cambiato l’allenatore ci siamo messi seduti col presidente e abbiamo parlato proprio di quella rivoluzione del 2012, non copiarla ma farla molto simile. Prendendo calciatori con contenuti importanti e abbassando l’età. Siamo partiti proprio da quello, dalla testa, dal contenuto. Anche lì perdemmo la Coppa Italia, speriamo di non ripeterlo, ma siamo partiti proprio da lì. Speriamo ci diano risultati. Oggi penso il lavoro di Raffaele sia più difficile che nel 2012, quell’anno non c’era l’Europa. Tempi lunghi per il mercato? Quando ho visto i calendari nessuno di noi pensava di andare a fare una battaglia come è successo col Puskas, avevamo paura del Parma ma non delle altre partite, ma questo dimostra che nessuo regala niente. Tutto l’insieme è stato comunque studiato a tavolino.

Pongracic…. e Martinelli.

Martinelli voleva andare a giocare, ci abbiamo parlato tanto, abbiamo deciso di farlo restare con De Gea e Terracciano per impare da loro almeno per i primi 6 mesi. Lui è ancora troppo giovane per pensarlo titolare in Serie B. Abbiamo visto cosa fatto con Carnesecchi e vogliamo fare la stessa cosa con lui. Pongracic? Ci dicono che c’è la possibilità di vendere Milenkovic e prendere Pongracic. Difficoltà a 4 o a 3? Sono valutazioni che deve fare il tecnico. Un allenatore bravo sa come valorizzare al meglio i giocatori, non è obbligatorio giocare sempre a tre.

Perchè non prendere un leader in difesa?

Noi speriamo che i leader siano Quarta, Pongracic, Ranieri. Lo stesso Ranieri ce lo ha chiesto una grande squadra con un grande allenatore e abbiamo detto di no, non tutte le trattative escono. E poi puntiamo sulal crescita di Comuzzo, Moreno e Valentini che sarà qui dal 2 gennaio.

Perchè non Vitor Roque?

Perchè costava troppo, volevano 40 milioni. E’ andato poi al Siviglia? Sì, ma in prestito gli ultimi giorni e noi avevamo già fatto altre operazioni, a quel puto probabilmente non prendevamo Gudmundsson.

Ruben Vargas?

Potevamo prenderlo, era un pallino dello scouting e noi ci fidiamo dello scouting. Quando ci abbiamo pensato l’anno scorso siamo stati criticati, quest’anno potevamo prenderlo e lo avremmo preso se fossero partiti prima Barak e Brekalo.

Felice degli esterni?

Siamo sicuri della scelta di Colpani, Ikonè lo ha voluto tenere l’allenatore che crede molto in lu, Speriamo che riesce ad esplodere.

I rinnovi di Comuzzo e Kouamè? Avete pensato ad Hummels? E a Sutalo?

Ad Hummels abbiamo pensato ma lui voleva aspettare. Sutalo era incedibile. Baturina non siamo riusciti a prenderlo. Per i rinnovi siamo vicini a entrambi.

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