Una lunga intervista quella rilasciata dal’eroe italiano del momento, Moise Kean, a The Athletic.
L’attaccante viola parla così del suo trascorso in Premier: “All’Everton sono stato un po’ sfortunato. Avevo 19 anni, sono arrivato dalla Juve e pensavo di fare scintille. Sfortunatamente, non è andata così. L’Inghilterra era un ambiente nuovo, poi abbiamo cambiato tre allenatori e non è stato semplice. Ma tutte le esperienze hanno aspetti positivi. In quella stagione all’Everton ho imparato molto su me stesso. Sono maturato molto. Non giocavo ed è stato nei momenti bui che ho capito che dovevo stringere i denti e allenarmi ancora di più. Poi è arrivata la possibilità di andare al PSG , mi sono trasferito lì e ho tirato fuori tutto quello che potevo“
Quindi sulla possibilità di diventare capocannoniere della Serie A: “Perché no? È uno dei miei obiettivi, è qualcosa che mi dà motivazione. Mi piacciono le sfide e quella tra me e Retegui è fantastica. Ero reduce da un anno non facile ma sono cambiate tante cose da quando sono alla Fiorentina. Firenze, come città, crede in me e questo mi ha dato quel qualcosa in più per migliorare e fare bene. Ho guardato alcuni video di Batistuta e (Luca) Toni quando sono arrivato. Firenze è sempre stata una grande città del calcio e questo significa molto per me. I tifosi ti prendono davvero nel cuore. Ci tengono alla maglia. Ti danno calore assoluto. Voglio solo scendere in campo, segnare gol e qualsiasi cosa ne venga fuori, arriverà. Non mi pongo limiti“
Poi si sofferma sui suoi idoli dell’infanzia: “Mi è sempre piaciuto Ronaldo il Fenomeno. In particolare il divertimento che metteva nel suo gioco. Quando iniziava a fare i suoi step-over sapevi che avrebbe battuto il suo avversario. Mi è sempre piaciuta la facilità con cui li faceva. Anche Obafemi Martins è stato uno dei miei primi idoli. Mi ispirava molto. Amavo la sua determinazione, il modo in cui attaccava la porta, la fame con cui giocava. In giardino, ho cercato di essere un mix di entrambi. Quando scendevo in campo cercavo anche io il tunnel e la giocata spettacolare. In Serie è diverso, ma ci sono ancora dei momenti in cui voglio provare qualcosa che faccia infiammare la gente“
Infine sul suo passato alal Juventus e al PSG: “La Juventus mi ha preso dal nulla e mi ha insegnato molta disciplina. Ero un ragazzino di strada, ho lasciato casa presto e loro erano più di una famiglia per me. Mi hanno buttato in prima squadra a 16 anni ed è stato un sogno. Il PSG? Si può imparare solo stando accanto a campioni come Mbappé e Neymar, anche solo guardandoli. Sono stato davvero fortunato a giocare con loro e mi hanno insegnato molto. Non erano solo loro, c’erano altri come Leandro Paredes , Marquinhos e Presnel Kimpembe. Sapevano che non era andata bene per me all’Everton e mi hanno aiutato. Ti giuro che erano delle persone fantastiche, tutte di cuore“