Gudmundsson è indiscutibilmente un giocatore molto forte, aspettiamo a definirlo fenomeno, ma certo un giocatore in grado di spostare gli equilibri di una partita. Ed è quello che serviva alla Fiorentina, dopo la partenza di un deludente Nico Gonzalez che in questi anni solo sporadicamente è riuscito a trascinare i viola.
Ma l’islandese ha anche un “vizietto” molto pericoloso nell’equilibrio di uno spogliatoio, quello di avere un carattere molto forte. Sia chiaro, non che questo sia per forza negativo, ci mancherebbe, tanto più che alla squadra in questi anni si è imputata proprio la mancanza di un leader carismatico.
Ma deve essere un leader riconosciuto dai compagni, altrimenti rischiamo di vedere spesso episodi come quello con Kean per battere il rigore decisivo contro la Lazio o domenica sscorsa con Cataldi per battere una punizione dal limite.
Ma Albert non è nuovo a queste “sceneggiate”, visto che in Genoa-Monza della scorsa stagione, proprio con l’attuale tecnico viola sulla panchinadei brianzoli, si era assistito ad un “teatrino” tra lui e Retegui per battere un calcio di rigore, poi assegnato a lui dopo l’intervento dei compagni.
Ben venga un carattere forte in squadra, a patto che sia tanto capace di imporsi in campo quanto di farsi ben volere dai compagni.
Altrimenti per Palladino potrebbero essere dolori.
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