O un project financing “scorporando” l’appalto in corso per far entrare la Fiorentina nell’operazione oppure un accordo sul futuro canone del Franchi, con il club pronto a investire una cifra considerevole in cambio di una lunga concessione. L’intervista al Corriere Fiorentino del presidente Rocco Commisso dei giorni scorsi riapre la partita stadio e soprattutto il coinvolgimento della società: «Se c’è l’opportunità, se si fa in fretta, e se il controllo totale dello stadio sarà della Fiorentina, con una concessione lunga, per gestire marketing, costi, ricavi… beh, potremmo metterci attorno un tavolo per vedere se potremo aiutare a finire questo progetto» ha detto il patron viola firmando un primo disgelo dopo mesi di saette, chissà se complice anche la sempre più pesante influenza della moglie Catherine sulle mosse della società.

Nei fatti per la Fiorentina le strade possibili sono due e il tavolo con la sindaca Funaro, che sarà riconvocato ai primi di ottobre, verte su quello. La prima, difficile, prevede un ritorno al classico project financing, una procedura già utilizzata da Empoli e Bologna per Castellani e Dall’Ara. La società viola investe tot milioni sullo stadio e sconta l’investimento dall’affitto degli anni futuri. Quanti ne mancano? Tra 70 e 80 secondo Palazzo Vecchio, oltre 120 per i Viola. Essendo però l’iter già partito e una parte dei fondi già finanziati,i 150 milioni del Pnrr, per un project occorrerebbe fermare il cronoprogramma attuale, scorporarlo e ricoinvolgere la Fiorentina nella parte mancante dei fondi. Tradotto, Commisso potrebbe investire i 55 milioni dei piani urbani integrati tolti e poi riassegnati alla Città metropolitana oltre ai milioni delle rifiniture stimati tra i 20 e i 30 milioni delle aree vip e lounge. Un percorso che però potrebbe cozzare con il famoso “fast fast” caro a Commisso.

La strada più facile porta al canone concessorio: la Fiorentina concorda con il Comune l’affitto dei prossimi anni e paga anticipatamente la concessione, almeno una buona parte. Quei soldi da un lato servono al Comune per concludere i lavori, dall’altro permettono a Commisso di poter godere delle aree commerciali e di uno stadio moderno a lavori finiti, senza dover ridiscutere ogni anno il canone. Ovviamente la concessione dovrebbe essere almeno decennale, 49 anni nell’ipotesi extralarge, in modo tale da far figurare lo stadio come un vero e proprio asset per la società. Il canone, 4-5 milioni l’anno, si ipotizza. Ventimila spettatori la capienza minima durante i prossimi quattro anni di cantieri che Commisso chiede. Il vertice dei prossimi giorni potrebbe essere decisivo.

A scriverlo è Repubblica.

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