Ovviamente la domanda è volutamente provocatoria, perché per qualsiasi squadra accedere ad una competizione europea è (o dovrebbe essere, altra provocazione..) un “fiore all’occhiello” della propria storia recente. Tantopiù per la Fiorentina che in Europa non gioca da 5 anni e che avrebbe la possibilità di accedere almeno alla neonata Conference League, dove la Roma si sta per giocare la finale.

Ma in pochi conoscono il regolamento di questa competizione, sopratuttto nella sua fase iniziale, che prevede un vero e proprio “tour de force” per le squadre che ci partecipano, visto che nessuna ha accesso diretto alle fasi finali.

Cominciamo col dire che le prime due gare di playoff della Conference League si giocheranno con andata e ritorno il 18 e 25 agosto, subito dopo l’inizio della Serie A. Tra il 14 agosto e il 18 settembre, la squadra italiana che affronterà i preliminari di Conference League dovrebbe giocare ben 11 partite in poco più di un mese!

C’è poi da considerare se la Fiorentina sarebbe “testa di serie” oppure no, perché i sorteggi dell’urna cambiano in maniera radicale, potendo mettere di fronte come quest’anno squadre del calibro del Tottenham o dell’Anderlecht. La Roma quest’anno era “testa di serie” quindi ha scansato le più forti all’inizio, ma la Fiorentina ha un ranking molto basso mancando da 5 anni nelle competizioni europee e può quindi contare solo sul ranking nazionale.

E i guadagni? Ogni squadra che ha avuto accesso alla fase a gironi ha guadagnato 2,94 milioni di euro. Ogni vittoria nel gruppo ha fruttato 500 mila euro, ogni pareggio 166 mila. Il passggio agli ottavi ha fruittato 600 mila euro,ai quarti 1 milione di euro. 2 sono i milioni incassati per l’accesso alla semifinale mentre l’accesso allafinale ha portato nelle casse dei club altri 3 milioni. Oltre a 2 milioni nelle tasche di chi vince il titolo. Insomma, non certo cifre da capogiro (per loro).

Forse questa situazione sta facendo fare dei ragionamenti alla Fiorentina in vista della prossima stagione? Provocazione. O forse no.

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