Dal suo primo ritiro della Nazionale, Pietro Comuzzo ha parlato del suo momento in viola che lo ha portato a vestire la maglia azzurra:

“Quando un ragazzo inizia a giocare a calcio il suo sogno è quello di arrivare in Nazionale, è il sogno più grande che io potessi raggiungere. Non ho festeggiato, parlo con la mia famiglia, siamo molto riservati e festeggiamo tra di noi, non abbiamo fatto feste e cene.

Mi sento più a mio agio nella marcatura e nel duello, quello mi esalta, dal punto di vista tecnico non voglio limitarmi alla marcature e devo migliorare nella fase di costruzione. Vede Calafiori e Bastoni che sono molto bravi in quell’aspetto li per migliorare nelle mie lacune maggiori. L’attenzione è una mia qualità, ci punto molto, è una cosa fondamentale, stare sul pezzo è fondamentale, quando scendi in campo la testa conta molto.

L’esordio mi ha fatto capire di essere arrivato nel mondo dei grandi, nel momento in cui sono stato messo in maniera permanente in prima squadra da febbraio scorso ho capito di aver fatto il definitivo salto. Il mio pensiero va a mia mamma, se lo faccio lo faccio per lei, è la mia più grande spinta raggiungere quell’obiettivo

Per me l’inno della Nazionale è l’inno più bello del mondo, rappresenta la nostra nazione, cantarlo dà un’emozione particolare. L’europeo vinto l’ho vissuto in maniera bellissima, ho guardato tutte le partite ed è stata una gioia immensa sia per me che per tutto il popolo italiano.

Con la Fiorentina lavoriamo per migliorarci e per rimanere in alto, in questi giorni non ci penso molto voglio godermi al più possibile questa esperienza con la Nazionale. Palladino mi dà consigli su dove devo migliorare, nella costruzione del gioco, la nostra forza è il gruppo, se siamo li è perchè ce lo stiamo meritando e perchè abbiamo una forza enorme nel nostro gruppo.

Arrivare in Nazionale dicono sia più facile, poi rimanere è il difficile, mio papà mi dice che dipende dalle basi che si hanno, che si devono avere delle fondamenta solide, io lavorerò per restare più in alto possibile. Mi sono arrivati tanti messaggi dopo la convocazione, quello di mio papà è stato più speciale, ho sentito tutti i miei allenatori delle giovanili, ma devo ringraziare tutti gli allenatori che ho avuto perchè è merito di tutti se sono qui perchè tutti mi hanno dato tanto.

Qui a Coverciano ci sono stato tante volte ma venire con la Nazionale mi dà un’emozione molto più grande, quando mi ha abbracciato Spalletti mi ha detto che ero molto più grosso di quello che sembravo. Essere qui è già una grande emozione, se poi dovessi scegliere contro chi giocare sarebbe un’emozione ulteriore”

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