Lorenzo Venuti, fiorentino di nascita, rappresenta quel calcio che tanto ci piace ma che ormai non esiste praticamente più.

E’ uno di quei giocatori, ormai più rari della famosa mosca bianca, che ancora gioca a pallone per il piacere di farlo e per i colori che più lo rappresentano. “La maglia viola è la mia seconda pelle” ripete ogni volta che gli viene data la possibilità.

Per Lorenzo indossare la gloriosa maglia viola rappresenta molto più di un lavoro. E’ la conclusione di un percorso, che lo ha portato a iniziare a tirare calci al pallone anche in campetti di periferia con l’unico scopo di arrivare, un giorno, ad indossare proprio quei colori che hanno fatto la storia della sua città.

Non è uno di quei giocatori che finisce sui titoloni dei giornali per maxi offerte arrivate dai grandi club, ma è uno di quei calciatori che ogni allenatore vorrebbe sempre avere in campo. Perché una cosa è certa, può sbagliare in campo, può giocare partite non particolarmente belle, ma quando rientra negli spogliatoi è uno di quelli che la maglia la deve sempre lavare.

Prandelli ne tesse apertamente le lodi durante la sua breve permanenza a Firenze, Italiano lo considera praticamente titolare, soprattutto in caso di partenza di Lirola. Ci vorrà qualcuno da affiancargli, si spera, ma Lorenzo rappresenta una certezza in campo anche per il nuovo mister viola. E lui ha ripagato la fiducia con un Eurogol in Coppa Italia contro il Cosenza.

In campo, ma anche (e soprattutto) fuori dal campo. Perché Lorenzo è il giocatore che più di tutti può trasmettere ai compagni cosa significhi avere indossi i colori viola, cosa significhi entrare in campo all’Artemio Franchi davanti ai tifosi gigliati.

La dedica dopo il gol al Cosenza, al padre che sta lottando contro il male, ha intenerito ancora di più i tifosi viola. Lo stesso Ribery, uno che di campioni ne ha visti parecchi, era molto attaccato a Lorenzo. Perché in lui probabilmente rivedeva un giocatore che davvero gioca al calcio perché lo ama.

In questo calcio dove non esistono più le bandiere come Antognoni, come Totti, come Maldini, avere in squadra un ragazzo come Lorenzo rappresenta una grande certezza. Non sono sempre le grandi qualità tecniche a fare un grande giocatore, ma anche il piacere di giocare a pallone per i colori che ama.

Ecco perché, non ho problemi a dire, che ci vorrebbero 11 Venuti a Firenze. Soprattutto a Firenze.

Alessando Mazzoni – QFR

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