Dalla sentenza che ha sancito la condanna dell’allora responsabile di medicina sportiva a Careggi, il professor Giorgio Galanti, emergono alcune inquietanti rivelazioni sul fatto che il capitano della Fiorentina, Davide Astori, morto nella sua camera d’albergo il 4 marzo 2019, si poteva salvare da una scomparsa così prematura.

Davanti a un «sospetto clinico motivato», il professor Giorgio Galanti agì «in netto contrasto con le linee guida dello specifico settore e con le buone pratiche clinico assistenziali»” si legge nella sentenza riportata da La Nazione.

Galanti è stato condannato ad un anno di reclusione oltre al risarcimento danni in favore degli eredi. L’avvocato del professore, Sigfrido Fenyes, si difende così: “Riteniamo che la sentenza non sia condivisibile” preannunciando il ricorso in cassazione dopo due sentenze di condanna.

Il fatto ritenuto grave e compromettente ai fini dell’inchiesta, è il fatto che già nel luglio del 2016 e del 2017, sarebbero già emerse alcune asistolie dai test clinici di Astori, quando era un calciatore del Cagliari. Ed avrebbero dovuto dar seguito ad un accertamento di secondo livello, come l’holter o la risonanza magnetica cardiaca, stando ai protocolli ’Cocis’.

Ecco cosa pronunciato nella sentenza: “Galanti «degradò» le linee guida previste dai protocolli della medicina sportiva, una «colpa grave tenuto conto del bene-vita in gioco», quella del professore, che si è «discostato ingiustificatamente dalle raccomandazioni delle linee guida vigenti e delle buone pratiche cliniche

Insomma, la vita di Davide Astori si poteva davvero salvare e questo fa ancora più rabbia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *