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Borja Valero, ospite di Radio Bruno, si è raccontato così:

“Il soprannome di Sindaco? Un ragazzo a Sassuolo mise uno striscione con la bandana del sindaco e da quel giorno è partito il mio soprannome. Dall’Inter mi cercavano altre squadre ma ho scelto la Fiorentina e dopo una settimana ho scelto di vivere a Firenze, rispetto a Madrid, perchè penso sia il posto ideale per far crescere la mia famiglia. Mio figlio gioca a calcio nel mio stesso ruolo e sono contento di portarlo a giro per coltivare questo sogno. Io non ho mai avuto il fisico per giocare, per questo ho imparato a pensare prima degli altri, questo mi ha permesso di giocare meglio di molti altri. Il giocatore più forte che ho conosciuto a centrocampo? Iniesta, di un’altra categoria. L’arrivo a Firenze? Il mio cartellino doveva essere più basso per non pagare di più alla squadra dove giocavo, ma persi l’aereo ed arrivai a Parigi insieme a Gonzalo Rodriguez. Non dovevamo arrivare insieme per non far capire che le nostre operazioni erano collegate. Alla Fiorentina mi sono ambientato subito bene con Montella che mi ha dato fiducia. Sousa mi ha fatto giocare in posizioni diverse. Spalletti è speciale, mi voleva alla Roma ma non mi hanno ceduto. Conte? Caratterialmente è il più forte, ha una mentalità vincente che trasmette ai suoi giocatori. A Firenze c’era Pizarro che era fortissimo, gli davi la palla e sapevi che non la perdeva mai. Gli avversari più forti Hamsik e Zielinski, troppo sottovalutato. Astori? Fu impressionante vedere i giocatori della Juventus entrare in Santa Croce applauditi dai tifosi della Fiorentina. Davide ha lasciato un enorme vuoto, non volevamo renderci conto che fosse vero. Ho visto compagni piangere da soli. Abbiamo avuto anche scontri, ma in uno spogliatoio di uomini veri succede. Era una persona speciale. Il “derby” in famiglia: Rocio lavorava in un importante giornale in Spagna, ma si è trasferita con me anche se era avanti con la carriera. Lei è “fiorentina” di carattere, sempre con la battuta pronta”

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