L’ottimismo semplicisitico del sindaco di Firenze Dario Nardella, nel presentare in pompa magna un progetto assai delicato come quello della ristrutturazione del Franchi, si scontra oggi con tutta una serie di difficoltà e pressioni esterne che rischiano di far saltare il progetto, almeno per come era stato concepito nella sua fase iniziale.

Nonostante il continuo ottimismo da parte del primo cittadino del capologo toscano, la realtà sembra essere ben diversa. Oltre a diverse critiche arrivate per l’utilizzo dei fondin europei per questa ristrutturazione, dubbi ancor più importanti stanno arrivando sul fatto che il progetto vincitore sembra andare a snaturare, in maniera importante, l’opera di Nervi.

Il Franchi, come ben sappiamo, è (ben) protetto dalla Sovrintendenza e quello che sembrerebbe venire fuori dal progetto internazionale vincitore della gara è tutt’altra cosa rispetto all’opera originaria. Il primo allarme è arrivato da Icomos, il consiglio internazionale a tutela dei monumenti. Hanno scritto al ministro della cultura Sangiuliano e al sottosegretario Sgarbi facendo presente che ci sarebbe un importante vincolo che non sarebbe stato rispettato. Il nuovo stadio avrebbe dovuto essere contenuto nel precedente senza snaturarlo, invece dal progetto si evince che il vecchio Nervi non esisterà più. Oltre al fatto che la copertura sarebbe in netto contrasto con l’architettura del quartiere.

Icomos chiede quindi di rivalutare completamente il progetto e lo stesso sottosegretario Sgarbi non ha mancato di esporre le sue perplessità e ha dichiarato che chiederà di rivedere il progetto. Senza considerare che già qualche giorno fa è uscita la notizia che il parterre di tribuna non si potrà coprire. Il sindaco ha subito tenuto a precisare che i tecnici sarebbero già al lavoro per trovare alternative, altrimenti succedere la cosa incredibile che alcuni tifosi, nonostante l’importante restauro, sarebbero costretti ad andare allo stadio ancora con l’ombrello!

E tutto perché i soldi di Rocco Commisso, che era disposto di tasca propria a costruire il nuovo stadio nella Piana a pochi chilometri da Firenze, non avrebbero portato a Nardella lo stesso consenso politico. Senza considerare una parte importante dei cittadini di Firenze, gli abitandi di Campo di Marte, che si troveranno a dover fronteggiare una situazione di traffico ancora più imponente di quella attuale.

Come diceva il compianto Bartali, sarebbe “tutto da rifare”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *