La Fiorentina è tornata sulla Terra. Dopo un inizio di campionato straripante, dove la squadra di Italiano era riuscita a battere Genoa, Udinese, addirittura Atalanta tutte in trasferta oltre al Torino in casa, è arrivata la doccia fredda in laguna.
Certo mancava qualcosa a questa squadra, perché contro le grandi (Roma, Inter e Napoli) erano stati zero punti. Ma la Viola era comunque sempre uscita dal campo tra gli applausi di tifosi e critica. Per il bel gioco, per il possesso palla, insomma per aver giocato la partita in ogni occasione.
Tutte cose che ieri, nella sconfitta di Venezia, sono mancate. Sia chiaro, una caduta ci può stare, tocca perfino alle grandi. Ma qualche campanello d’allarme si era già sentito.
Perché, dati alla mano, la squadra di Vincenzo Italiano è 3° in Serie A per passaggi totali (con una media di 505 a partita), 1° per passaggi lunghi andati a buon fine, 4° per passaggi corti (392 a partita). Ma c’è un numero che in tutto questo non torna: solo 10 gol segnati in 8 partite (di cui solo 5 su azione). Frutto di soli 82 tiri in porta, peggio hanno fatto solo Verona e (appunto) Venezia.
Tanta mole di lavoro, tanto possesso palla, che però non si concretizza. Il mister viola lo sa e lo dice in ogni conferenza stampa. Sa bene che questo è il punto debole della sua creatura, non a caso aveva chiesto un altro esterno dal mercato e (non lo ha detto ufficialmente ma ne siamo certi), un altro attaccante a parte Kokorin.
“Tanto fumo e poco arrosto” dicevano le nonne. E questo si addice perfettamente alla nostra Fiorentina.
Anche se, va detto per onor di cronaca, la sconfitta di Venezia va addirittura oltre. Una squadra senza anima, senza mordente, nervosa. Tutte novità che quest’anno non si erano mai viste. Più che quella di Italiano è sembrata la Fiorentina di Iachini e Prandelli. Che è tutto dire. Del resto 9 giocatori su 11 in campo erano quelli che si sono salvati alle ultime giornate nella scorsa stagione. Anche se, nelle partite pracedenti, questo non si era notato. La “cura Italiano” sembrava aver rivitalizzato tutto e tutti.
Che la vicenda Vlahovic, che ne dica Italiano, abbia destabilizzato l’ambiente? Non possiamo saperlo. O almeno, non ancora.
Perché la prossima sfida col Cagliari, al Franchi davanti al pubblico viola, ci dirà molto di più. Ci dirà se quello di Venezia è stato uno scivolone accidentale oppure se qualcosa si è davvero rotto.