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La lunga intervista di Nikola Milenkovic ai canali ufficiali di ACF:

Quando ero piccolo la mia strada principale era la scuola, nessuno mi poteva dire che sarei diventato un calciatore. Anche se era il mio sogno giocare poi col Partizan. Nelal mia ultima partita feci gol contro la Stella Rossa, la più grande rivale del Partizan. Non potevo desiderare di meglio. Mia mamma è stata male allo stadio per la pressione, è andata a prendere qualcosa e nel frattempo io ho fatto gol. Poi tornata e ha chiesto ‘Chi ha segnato?” La mia famiglia è stata la base di tutto, mi sono sempre stati dietro, senza di loro non sarei potuto arrivare dove sono oggi. Mia mamma è semrpe positiva, per lei gioco sempre bene. Mia sorella è stata un punto di riferimento per me, la posso solo ringraziare. Lei ha addirittura cominciato a giocare a calcio prima di me. Un allenatore l’ha vista giocare in strada ed è anadto a dire a mia madre che giocava bene, mi amadre neanche lo sapeva che giocava a pallone. Arrivare a Firenze è stato un grandisismo passo per me. Qui il calcio è un altro livello. Io avevo solo l’obiettivo di dedicare la mia vita al calcio. Mister Pioli mi diceva sempre di stare calmo, di avere pazienza che sarebbe arrivato il mio momento. Poi il primo gol in Serie A è stat un’emozione pazzesca. Paragonato a Vidic? Ringrazio Stankovic per le parole, ma lui è stato un fuoriclasse, un giocatore incredibile, io devo fare ancora molta molta strada. Cerco di rubare qualcosa da lui ma vorrei comunque fare una srada mia. Mi manca la Serbia? Certo mi manca il mio Paese, i miei amici, ma anche qui sto bene, è la mia seconda casa. Vado a vedere i musei, ho visto gli Uffizi due o tre volte, Boboli, Palazzo Pitti. Mi piace conoscere le cose di dove vivo. Anche a mia mamma piace tanto Firenze, è andata prima di me agli Uffizi e io ho preso questa cosa da lei. Fantacalcio? Qui è una malattia, mi scrivono in tanti. La nuova Fiorentina di Italiano? Mi diverto tanto, ha portato le sue idee e giochiamo un calcio diverso. Siamo tutti contenti, speriamo di continuare così. Lui mette tanta emozione in quello che fa, siamo un grande gruppo. E poi siamo una colonia serba. Vlahovic? Lui è arrivato poco dopo di me. Siamo molto amici già dai tempi del Partizan. “Bombe nell’aria”? Ci mancavano tanto i tifosi, ci danno una grande mano. Quando la sento in campo mi dà tanta carica.

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