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Le prime cinque giornate di campionato ci dicono che la Fiorentina sta trovando davvero una sua identità.

Il lavoro di Italiano si vede, eccome. Anche contro l’Inter, come contro la Roma, le uniche due partite in cui la viola è uscita con due sconfitte, si è potuto ammirare il lavoro di una squadra che cerca di imporsi contro tutto e tutti. Ricevendo, in entrambe le occasioni, i complimenti degli avversari e della critica.

Ma sono stati zero punti, sicuramente per la bravura degli avversari certo, ma anche per errori propri, sia individuali che di squadra. A Roma ci fu la sciagurata espulsione di Dragowski a mettere in difficoltà la squadra, contro l’Inter quella di Gonzalez. C’è però da dire, che sia contro i giallorossi che contro i nerazzurri, la Fiorentina è andato sotto in parità numerica. Per evidenti errori difensivi e di concentrazione.

Il gioco di Italiano è, infatti, molto dispendioso da un punto di vista mentale e fisico. Finchè la squadra regge i ritmi riesce a mostrare un bel gioco e ad avere le dovute attenzioni in fase difensiva. Ma quando la mente si annebbia e le gambe diventano pesanti, ecco arrivare il blackout. Come successo con la Roma, dove la squadra ha concesso due gol permettendo agli avversari di mettere un giocatore solo davanti al portiere, è successo contro l’Inter, con due gol in 3 minuti assolutamente evitabili (che ci faceva tra l’altro Biraghi in copertura su Dzeko quando in difesa hai due “noccioli” come Milenkovic e Nastasic?). L’impressione è che le avversarie abbaino cominciato a capirlo, tanto che Inzaghi ha ammesso di aver aspettato il calo della Fiorentina nella ripresa.

I giocatori che spendono maggiori energie sono i laterali, perché devono correre quasi di continuo. Proprio per questo motivo il mister viola aveva chiesto esplicitamente un quinto esterno di attacco, in modo da avere più risorse a pari livello da utilizzare nei cambi. Invece non è arrivato. Gonzalez è una furia in campo, impressionante quanto possa fare la differenza. Ma se manca lui, come nel caso di Udine e forse Napoli, sono guai. Perché Saponara ci pare più “giocatore da subentro”, Sottil si danna l’anima ma si dimostrato ancora “leggero” in fase conclusiva. Stesso discorso sull’altra fascia, dove Callejon sembra rinato ma ancora non riesce a fare la differenza e manca un sostituto di livello.

Idem con patatine per l’attacco, dove il solo Vlahovic porta la croce. Per la Fiorentina, scelta pare avallata da Italiano, almeno davanti alle telecamere, c’è Kokorin come valido sostituto dell’attaccante serbo. Ma le ultime apparizioni, come “corpo celeste”, in queste prime giornate di campionato, ci hanno fatto vedere un ragazzo che “zompetta” in campo ma che non ha fatto vedere nulla di buono. Anzi, non ha fatto vedere proprio nulla. E nelle partite da recuperare in extremis, come quella contro l’Inter, avrebbe fatto comodo un attaccante di ben altro “peso” da affiancare a Dusan.

La difesa e il centrocampo sembrerebbero gli unici due reparti meno carenti in termini di giocatori. Ma serve maggior attenzione, soprattutto nel reparto più arretrato, cosa peraltro non semplice con un modulo votato all’attacco a partire dal portiere.

Insomma, l’idea di Italiano ci piace, la condividiamo in pieno e guai a cambiare rotta. Ma la società deve aiutarlo, a gennaio devono arrivare quelle pedine fondamentali per poter reggere il gioco altamente dispendioso del mister viola. Almeno un forte esterno (Berardi?) e un attaccante (vero). Perché, come dice lo stesso mister, la Fiorentina spesso paga le tante occasioni in attacco non concretizzate in rete. E con un gioco così dispendioso, fin quando almeno la squadra non riuscirà a mantenerlo per tutti i novanta minuti (ma servono, appunto, cambi all’altezza), il rischio potrebbe essere quello di vedere una Fiorentina da Champions nel primo tempo e da medio/bassa classifica nella ripresa.

Di fatto, soltanto contro il Genoa ha “vinto” nel secondo tempo. Mentre contro Roma e Inter ha perso la paritta proprio nella ripresa, contro Torino e Atalanta i secodni 45 minuti sono finiti in parità.

Commisso ne prenda atto, Italiano lo avrà certamente già fatto. Per togliersi davvero qualche soddisfazione quest’anno, serve uno sforzo nel mercato di gennaio. O rischia di rimanere una “bella incompiuta”.

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