Dusan Valhovic ha rilasciato una lunga intervista al portale serbo MozzartSport. Ecco le sue parole:
“A inizio stagione avevo un obiettivo, ma non erano i 20 gol. Nelle televisioni italiane la classifica marcatori è sempre argomenti di discussione, così arrivato a 10 gol ho cambiato obbiettivo. Sono soddisfatto delle mie 21 reti, ma ho il rammarico di non aver superato Lukaku essendo rimasto a secco nelle ultime 3 gare”.
Il rapporto con Prandelli
L’arrivo di Prandelli alal Fiorentina è stata la svolta della mia carriera. Ero in Nazionale e mi hanno detto che aveva parlato bene di me, ma non ci avevo dato troppa attenzione. Poi quando sono tornato mi ha voluto parlare e mi ha detto cosa si aspettava da me. Mi ha detto che mi avrebbe dato una opportunità importante e di essere libero di testa. Nelle prime cinque partite non ho segnato, ma ho creato occasioni e colpito anche dei pali. Poi è arrivato il Sassuolo e mi sono presentato sul dischetto. Quello è stato il gol più difficile della mia carriera finora. Senza l’aiuto di Cesare niente di tutto questo sarebbe accaduto. Gli sarò grato per il resto della mia vita. E’ uno che con gli attaccanti ci sa fare, prima di me Mutu, Toni, Gilardino, Balotelli hanno brillato con lui. Io ho l’abitudine di restare a lavorare dopo gli allenamenti e spesso lui è rimasto con me. Mi ha insegnato dei movimenti e come calciare. Prandelli sa come parlare con i calciatori.
Il suo rapporto con gli altri allenatori
A Pioli devo il mio esordio, a Montella l’aumento del mio minutaggio. Iachini è un grande uomo, avevamo un rapporto perfetto. Con Beppe però dopo le prime partite in cui non ho segnato sono finito in panchina. Per ogni giocatore la fiducia e la continuità sono importanti.
Conclude su Gattuso
Stiamo parlando di un uom oche ha vinto sia la Champions che il Campionato del Mondo. Lui non si arrende mai. E’ un motivatore affamato di vittorie. No vedo l’ora di incontrarlo.