Mi fermo a valutare alcune parole dette ieri in conferenza stampa dal presidente Commisso, in particolare a quando “consiglia” i tifosi viola di fare una statua a Beppe Iachini al Piazzale Michelangelo per il lavoro svolto.

Ora, presidente, ragioniamo.

Se dovessimo fare una statua all’allenatore dopo un campionato dove la Fiorentina nelle migliori delle ipotesi chiuderà a 45 punti, ma più facilmente a 42. Dove la salvezza è stata conquistata solo a due gionrate dalla fine e benedicendo la sconfitta del Benevento, c’è qualcosa che non ci torna.

A inizio campionato l’obbiettivo non era quello di migliorarsi? L’anno scorso abbiamo chiuso a 49 punti in decima posizione. Quest’anno, come detto, nella migliore delle ipotesi chiudiamo a 45 punti. E ci siamo salvati più tardi dell’anno scorso. Dove sta il miglioramento?

Forse non ha considerato un fatto, chiederci di fare una statua a Iachini dopo un campionato del genere, significa certificare il fallimento tecnico di questa squadra, non quindi per colpa di Iachini, ma di chi questa squadra l’ha costruita.

Perché significherebbe che Iachini ha fatto un lavoro straordinario, portando la squadra dove non sarebbe mai arrivata da sola.

Ergo, secondo il suo ragionamento, la Fiorentina sarebbe andata dritta dritta in Serie B, giusto?

A volte (quasi sempre), prima di lanciarsi in facili proclami (mi riferisco alla statua, perché lei non ha mai promesso niente, so che ci tiene che sia chiaro a tutti), bisognerebbe riflettere sulle conseguenze di ciò che si dice.

Sempre Forza Fiorentina!!

Alessandro Mazzoni – QFR

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