Seba Frey si è “confessato” a Passione Fiorentina TV, affrontando tanti temi, dal suo passato viola, i bei ricordi, le liti e i consigli alla Fiorentina per il futuro.

Quali cambiamenti farei nella Fiorentina?

C’è bisogno di una riorganizzazione, partendo dall’alto. Troppa confuzione in questi anni, la società è quella che determina tutto ciò che sta sotto.

Quale allenatore per il futuro e quali giocatori terrei?

Tutti i nomi che sono stati fatti in questi giorni sarebbero venuti di corsa nella mia Fiorentina perché eravamo competitivi. Ci vuole un progetto per convincere un allenatore importante. Gattuso, De Zerbi e Sarri mi piaciono, farebbero una squadra competitiva. Per la grinta prenderei Gattuso, per il gioco De Zerbi che si sta confermando un grande, Sarri lo vedo più lontano, per un problema economico. Se devo scegliere il più adatto per me, dico De Zerbi. Ai miei tempi giocatori e allenatori sognavano di venire alla Fiorentina. Ci vuole una società con basi solide e poi una squadra competitiva. Chi non crede al progetto può andare altrove. Io terrei Valhovic, sono questi i giocatori su cui bisogna costruire una squadra.

I miei ricordi in Europa?

La Champions non l’avremmo vinta, ma l’Europa League era possibile. andare fuori ai calci di rigore in semifinale è stato come perdere una finale. Abbiamo vinto l’affetto dei tifosi, ma la ciliegina sarebbe stata un trofeo. Quella è stata la sconfitta che non ho mai digerito. Nella mia stanza dei trofei, mi manca un trofeo con la Fiorentina. Ce lo saremmo meritato per il gruppo che eravamo.

Il più forte dello spogliatoio?

Adrian Mutu era il più forte per le qualità che aveva. Un fenomeno. Poi fuori dal campo ognuno ha la sua vita. Il più carismatico, dopo me, Dario Dainelli. Era un uomo spogliatoio, un vero capitano, sempre allegro. Anche Luca Toni, nello spogliatoio rideva sempre. Era casrismatico. Il giocatore che ho visto più di tutti migliorare Jovetic. Lui era introverso e timido quando è arrivato. Il gruppo lo ha aiutato e lui è cresciuto tanto. Nell’anno della Champions, poi, è esploso.

I giocatori con cui ho più legato?

Ma io ho legato con tutti.  Sento ancora Mutu, Vargas, Toni, Dainelli, Gilardino.  Un paio di volte l’anno ci sentiamo.

Io nella società viola?

Un ruolo in campo no, del calcio di oggi non ho grande voglia di starci. L’unica società sarebbe la Fiorentina, ma preferirei fare altro. Mi piacerebbe organizzare una squadra di leggende, riunire tutti. Per no far morire la scintilla che i tifosi hanno avuto per noi. Ho proposto un progetto un po’ di tempo fa, se dovesse arrivare sarebbe una bella cosa.

La maglia di Socrates decretata la più bella della storia della Fiorentina?

Confermo, è un orgoglio averla.

Un portiere su cui punterei?

Dragowski. Può piacere o non piacere, ma è troppo criticato. Se c’è un giocatore che quest’anno ha sempre fatto il suo dovere è proprio lui.Sarebeb una garanzia per la prossima stagione. E’ forte sulla linea di porta, fa interventi importanti.

Quali giocatori terrei della rosa attuale?

Terrei Dragowski perché è pronto per la Serie A e un portiere così non si trova facilmente. Poi terrei Castrovilli, Ribery e Vlahovic. Ribery nella Fiorentina è come Ibra nel Milan, sta facendo un gran lavoro coi giovani.  Lui vorrebbe restare, almeno un altro anno lo potrebbe fare se ci sono le condizioni. Castrovilli mi ha parlato di Ribery, dicendo che è un esempio per tutti. Un giocatore che dà tutto per la maglia sarà sempre apprezzato dai tifosi. E poi serve un giocatore anziano per trasmettere i valori veri del calcio.

Come convincere Vlahovic a restare?

Riportando la Fiorentina in Europa in due stagioni. facendogli capire che c’è un progetto. Sta facendo bene, è normale che sarà molto richiesto. Ma lui non è ancora pronto per una grande, deve acquisire fiducia. Un conto è arrivare in alto, un altro rimanerci. Chiesa quando è andato alla Juve era un giocatore pronto. Fossi in lui rimarrei un altro anno, se poi la Fiorentina non andrà bene farà le sue valutazioni.

Boruc?

E’ stato un concorrente sleale. Siamo quasi arrivati alle mani. Non ho un bel ricordo di lui. Si comportava male, anche in allenamento.

Baggio?

Un vero maestro, dal lato umano da lui ho imparato tantissimo. Sono stato insieme a lui all’Inter, sempre sorridente, aveva una luce negli occhi. Dopo l’infortunio ho legato tantissimo con lui.

Corvino?

E’ stato l’artefice del casino, per colpa sua non ho potuto chiudere la carriera a Firenze. Lui mi ha rovinato il sogno. Sono rimasto molto deluso, perché io ho sempre rispettato la maglia. Quando mi volevano grandi squadre sono rimasto a Firenze. Avrei potuto essere ancora protagonista.

Prandelli?

E’ stato il capitano della nostra nave, ha riportato la Fiorentina in Serie Ae poi in Europa, rendendola la squadra più temuta. Un grande allenatore che fa parte di noi.

Le partite che ricordo con più affetto?

Ricordo quella con l’Everton, raramente ho sofferto così per una partita. Una gara a senso unico, un boato per 12 minuti. Poi ci sono i rigori, c’è da pararne uno e lo paro. In Champions dico Liverpool. Col Bayern Monaco per un episodio hanno rovinato il nostro sogno. Anche passare un turno, per noi, sarebbe stata una grande cosa. Quella che mi è rimasta qui, è quella col Glasgow. Uscire così, con calci di rigore tirati male. Ci meritavamo di vincere qualcosa per restare nella storia.

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